ero a casa di mia sorella, con l'avvicinarsi del pranzo ho deciso di andare a comprare una confezione di Lacdigest in farmacia. Entro e domando. Mi dicono che non c'è e chiedo qualcosa di simile. In pratica mi portano dei fermenti lattici e una medicina "che fa le stesse cose del Lacdigest". Lascio i fermenti, che erano chiaramente la cosa più sbagliata da sottopormi (se chiedo lattasi si evince che sono intollerante al lattosio, contenuto solitamente nei fermenti) e prendo incuriosita l'altra cosa. Appena fuori apro e leggo. Niente lattasi, nessun riferimento al lattosio... una medicina per il malassorbimento del pancreas, punto. Torno dentro e domando di cambiare il prodotto, chiedo del Probinul e di nuovo mando i farmacisti nel panico. Nemmeno il Probinul e anzi, mi rispondono scocciati che piuttosto che cercare altre medicine mi danno indietro i soldi.
Ad un certo punto mi sono pure domandata dove fossi. Guardandomi intorno mi sono resa conto che non sembrava nemmeno una farmacia, ma un negozio qualsiasi: c'erano quattro enormi alberi di natale sontuosamente addobbati, giocattoli e abitini per bambini, cibo vegetariano ed erbe, cosmetici vegetali, tre tipi di anelli/vibratori per gli appetiti sessuali, cioccolato che non farebbe ingrassare, scarpine per bebè, pubblicità di milioni di prodotti eco o i soliti noti mediatici e altro.
In mille altre farmacie mi sono sempre trovata più o meno bene, solitamente più sono isolate più sono disponibili e gentili... stavolta ho sentito forte addosso la differenza fra malato e cliente e devo dire che mi ha fatto proprio male.
In pratica chiedo delle medicine e non solo mi rifilano tutt'altro rischiando di aggravare il mio disturbo, ma mi guardano storto se, senza polemiche, riporto indietro il medicinale sbagliato. Non va bene.
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